
Fautori e sedicenti inventori del “jazzcircus”, i Brassvolé sono una piccola orchestra acustica dedita all’esplorazione di mondi sonori variopinti e multiformi, reali e immaginari. Jazz e improvvisazione, ritmi del sud e melodie d’oriente, avanguardie futuristiche e atmosfere da palcoscenico, uniti in una spericolata, rabdomantica deriva alla ricerca della nota d’oro.
Mariano Cirigliano, clarinetto
Sebastiano Giordano, tromba
Federico Salemi, sax contralto
Andrea Scavini, trombone
Jimmy Cetrulo, percussioni
Giada Bianchi, sax baritono
Composizioni originali e mescolanza di linguaggi, viaggio musicale e (semiseria) sperimentazione sonora, approccio improvvisativo e ricerca ludica sono il contenuto fondamentale nel bagaglio dei Brassvolé. Come in un romanzo sul jazz scritto da Emilio Salgari, un viaggio ai tropici a cavallo di un sassofono magico.
Mancava però un termine per definire il tipo di musica eseguita ed è stato necessario crearne uno nuovo: jazzcircus. Pulsazione swing e musiche da film in cerca di un regista, ritmi di danza e immediatezza espressiva. La libertà del jazz e l’energia del punk. Il tutto mescolato con vigore in un vasto repertorio di composizioni rigorosamente originali, scritte e arrangiate per il sestetto da Andrea Scavini (trombone e direzione), con l’apporto di Sebastiano Giordano (tromba) e Jimmy Cetrulo (percussioni), e fatte proprie e costantemente reinventate nel clima da temerario collettivo d’avanguardia dei Brassvolé.
Un linguaggio flessibile che – grazie anche alla strumentazione che non necessita di amplificazione – si adatta ai più vari contesti: concerti, sonorizzazione live di eventi, inaugurazioni, performance teatrali, viaggi sonori.
Costituito da cinque strumenti a fiato e da una percussione, il gruppo è nato a Torino nel marzo 2009.
Dall’esordio ad oggi i Brassvolé hanno suonato tra l’altro in:
rassegne musicali internazionali e festival di artisti di strada: Recondite Armonie [Lagnasco 2014], Armonie della Memoria [Savigliano 2014], Black Sheep Jazz Festival [Murazzano 2014-2013], Piossasco Jazz Festival [2013], Acustico maggio [Settimo 2013], Ludwigsburg International Street Music Festival [Germania 2013-2012], Fort en Son [Grenoble, Francia 2012], Melbourne International Comedy Festival [Australia 2011], Cuivroz Foliz [Gers, Francia, 2011], Busker’s Festival Barcelona [Spagna 2010], Festival degli artisti di strada di Aosta [2010], Rassegna del saltimbanco [Milano 2010], Strani-ieri [Torino 2010-2011], Ferrara Buskers Festival [2009];
spettacoli e festival teatrali: il Varietà della caduta del Teatro della Caduta [Torino 2010-2014], Eclettica di Tedacà BellArte [Torino 2012], Istantaneo! - festival internazionale di improvvisazione teatrale [Torino 2011], Arteprima [Sarmede – Tv 2010], Naviganti della compagnia Art’ò [Torino 2009];
club e locali dell’“underground” torinese: Hiroshima mon amour, Caffè della Caduta, Officine Bohemien, Fluido, Basaglia, Magazzino sul Po, Chilometro 5, Manhattan, Judafire Music Café, Lo Sbarco, Garibaldi, Luna’s Torta, Officine Corsare;
inaugurazioni e grandi eventi: 51° Salone nautico internazionale di Genova (2011), 28a edizione del Samoter [Verona 2011]), Inaugurazione del “Nuovo Pirellone” (Milano 2010).
Nel giugno 2010 hanno pubblicato il loro primo cd, “Jazzcircus”, interamente composto da brani originali e ristampato dopo meno di un anno dall’uscita.
A dicembre 2012 viene presentato “gianni”, secondo lavoro discografico e nuova tappa di irriverenti e divertite immaginazioni sonore in chiave jazzcircus.
Per suonare le percussioni con i Brassvolé ha studiato maracas alla Sorbonne e bonghi alla Yale University. Questo per perfezionare la sua poliedrica preparazione. Perché Jimmy è in realtà innanzitutto un pianista classico (da piccolo – si dice – aveva il busto di Beethoven sul pianoforte, proprio come Shroeder, l’amico di Charlie Brown). Ma è anche maestro di yoga e studioso di numerose discipline orientali, come la danza buto, lo zen e la smorfia napoletana (di cui è cintura nera). Con le bacchette però sembra la dea Khalì e alle percussioni tira fuori letteralmente di tutto: poliritmi africani e jazz be-bop, punk hard-core e il sorriso di Max Roach, ska, charleston, reggae e dub, congas, gong, nacchere e putipù. Proprio quello che ci voleva per i Brassvolé. Che così hanno contribuito a rispondere a un importante quesito musicologico: «Se solo Chopin fosse vivo, come se la caverebbe con una batteria?». Ecco, così...!
Diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Torino, ha suonato e suona pianoforte e percussioni in svariate formazioni, spaziando dal rock al jazz al funky. Insegna educazione musicale nelle scuole primarie e tastiera secondo il metodo Yamaha Music Foundation. Tiene corsi di musicoterapia e lavora come percussionista e pianista presso diverse scuole di danza. Durante i concerti coi Brassvolé spesso incontra giovani allievi di pianoforte accompagnati dai genitori. Questi ultimi sono molto cortesi, sebbene talvolta impallidiscano o vengano presi dalla ridarella mentre i loro figli ammirano rapiti gli eccentrici copricapo del loro maestro.
Oltre che un semplice (valente) trombettista, in lui si nasconde in verità un vero e proprio mago (delle sette note). Il che si può evincere dal cappello a cilindro che spesso indossa, dallo sguardo stranamente magnetico (ma forse usa il maskara), dalla gestualità carismatica e maestosa, e dal fatto che talvolta invece del suo strumento suona oggetti che paiono acquistati all’emporio del vecchio west (come imbuti, tubi colorati, frutti esotici e aringhe affumicate). È il più solare dei Brassvolé. Il suono caldo e avvolgente della sua tromba evoca immediatamente isole caraibiche, balli sensuali, dolci brezze estive e peperoncini calabresi. Anche autore di coreografie e danze (la più celebre, “Paperella-Rotolone”, è stata un tormentone dell’estate 2009 in Costa Smeralda e a Verolengo). Forse davvero il suo sogno nel cassetto è di lanciare una vera hit mondiale, permettendo così ai Brassvolé di andarsene finalmente in giro in auto di lusso e mongolfiere private, come le rock-star.
Ha studiato musica e suonato la tromba sin da tenera età. Suona in verità con naturalezza quasi tutti gli strumenti. Come trombettista milita anche nella Bandakadabra (con la quale ha recentemente inciso Bandakadabra Party – 2011, secondo lavoro discografico del gruppo), nei Fermata Groove e nei Cox Blues Band, spaziando tra musica balcanica, rhythm and blues, e funky. Insegna tromba e teoria ed è responsabile dei corsi di propedeutica musicale organizzati dal Comune del suo paese natio (Verolengo – To). Ottima padronanza della lingua calabrese parlata.
In origine impeccabile pianista classico, in tarda adolescenza passa però al trombone, strumento che ritiene più adatto a essere invitato alle feste in spiaggia e a conquistare le ragazze (forse abbattendole con la coulisse) e col quale si rivela da subito in grado di suonare fino a cinque note diverse in un giorno. La sua vera natura è però quella del compositore (da cui le lunghe chiome fluenti). Autore di quasi tutti i brani originali dei Brassvolé, intreccia e incastra con disinvoltura melodie talvolta più numerose dei musicisti che devono eseguirle (con comprensibile sgomento di questi ultimi). Gli studiosi sono concordi nel dividere la sua opera in tre grandi fasi: il periodo blu, o del cubismo introverso, dove indaga i temi dell’innamoramento e dell’acne giovanile non corrisposti (le commedie in sol minore); il periodo wagneriano, o del grande testosterone, che i biografi collegano con la coeva frequentazione di un giovane coro femminile di musica dodecafonica (“Le pasionarie”); infine il periodo tropicalista, o “Gaugain”, in cui improvvisamente fa largo uso di ritmi di danza e melodie fischiettabili, cimentandosi per la prima volta con le tonalità maggiori. Compositore da sempre in rivolta contro tutto ciò che sa di accademico, sviluppa nel suo arco creativo l’intuizione che i brani lenti e noiosi possono essere meno efficaci, mentre quelli veloci e divertenti sembrano avere maggior successo. All’affermazione di Ludwig Van Beethoven «la musica è una rivelazione più profonda di ogni saggezza» i critici accostano spesso il suo noto aforisma «Ehi, c’è Gianna con un sassofono!».
Alla formazione classica, affianca presto l’interesse per il jazz e l’improvvisazione. Come pianista ha a lungo suonato (in Italia e in Europa) con il gruppo di jazz sperimentale Arigret, col quale ha registrato il cd Se una notte d’inverno un viaggiatore (Cmc, 1995). Come trombonista – dopo numerose esperienze attraverso diversi generi (dal jazz al rhythm and blues) – ha recentemente collaborato con il Teatro della caduta di Torino (Orchestra minima Tanki Ponki) e suona attualmente nella Bandakadabra (con cui ha inciso il cd d’esordio, Sputnik – 2007 e Bandakadabra Party – 2011). Ha composto musiche per varie formazioni e organici, per il cinema e per il teatro. Geometra e architetto pentito. Insegna musica secondo il metodo Yamaha Music Foundation.
Senza timore di smentite la più bella baritonista dei Brassvolé. Anche nota come Gianna, o Gianna Bianca (in omaggio a Jack London, autore su cui si è formata come sassofonista studiando e solfeggiando più volte Il richiamo della foresta). Il suo sax baritono, lungi da tutti i luoghi comuni, ha il suono più possente e trascinante del gruppo. Un vero motore punk-jazz, che ogni gruppo d’avanguardia, da Londra a New York, da Berlino a Tokio, da Parigi a Trofarello, invidierebbe. Il problema (ebbene sì, perché un piccolo problema c’è) è la sua fantasia straripante e ipercromatica: pellicce rosa, occhiali a forma di fiore, vestiti ricavati da tappezzerie anni settanta, cocker suonanti (sì, dev’essere un cocker..., oppure un bracchetto?), cineserie ipotecnologiche, sono solo alcune delle sue trovate a cui la band non è riuscita a resistere (ha provato sì, ha provato, ma non è riuscita…). Ecco, quali frontiere di eccentrico pop-dadaismo attendono i temerari Brassvolé, trascinati dalla loro sax-symbol?
Allieva del free jazz man Carlo Actis Dato, è anche ideatrice, fondatrice e sax baritono dei FanfaraFaDo, singolare incontro tra il patos del fado portoghese e l’energia della fanfara, italiana e internazionale. Grande organizzatrice di viaggi e tournée. Spirito pratico e diplomatico. Scorpione.
Di natura introspettiva e contemplativa e di poetica sognante, come musicista si caratterizza per una certa propensione per il fiabesco e per la svagatezza (da cui, confusamente, l’appellativo di “Mirtillo”). Durante gli spettacoli dal vivo viene talvolta accusato – non senza controversie – di suonare dando le spalle al pubblico, e in tali circostanze premurosamente avvisato dagli altri Brassvolé con solleciti (ma sempre amorevoli) manrovesci sul collo. Del clarinetto ama in particolar modo il suono notturno, profondo e misterioso (misterioso anche perché non ne è ancora venuto completamente a capo): il tipico suono un po’ mille e una notte e un po’ psicanalisi junghiana, un po’ segreti della jungla nera e un po’ voce di Billie Holiday. Nell’improvvisazione dichiara di ispirarsi all’Ulisse di Joyce e al flusso di coscienza. Ma forse solo perché se indicasse di ispirarsi a Benny Goodmann, lo scoprirebbero subito!
Dopo una formazione da chitarrista classico ha studiato clarinetto, armonia e improvvisazione al Centrojazz di Torino. Dal 2005 al 2013 clarinetto nella Bandakadabra, attualmente oltre che nei Brassvolé suona il clarinetto nella torinese Bandragola Orkestar. Tra i progetti un ensemble di musica ‘fiabesca’ denominato “Il fagiolo magico”. Progetto al momento bocciato dai consulenti di marketing di tutte le major interpellate.
discografia:
Bandakadabra, "Sputnik" (2007)
Robotnik, "Brodo" (Egea 2008)
Brassvolé, "Jazzcircus" (2010)
Bandakadabra, "Bandakadabra Party" (2011)
Brassvolé, "gianni" (2013)
Bandragola Orkestar, "Bootleg" (2014)
Lunare e trasformista (quasi celebre una sua performance mimetizzato da albero di Natale), anche noto come Cavpaz (in omaggio al celebre capo sioux Cavallo pazzo). Il tenero Federico brandisce il suo sax contralto come Orlando Furioso la spada durlindana, cioè – non dite che non vi avevamo avvertito – con suono molto molto tagliente e inarrestabile e sognatore. Un suo assolo è come un viaggio sulla luna in groppa all’Ippogrifo. Il suo fraseggio è talvolta in grado di condurre l’ascoltatore in una dimensione di conoscenza superiore o – ma molto raramente – a ricordarsi di avere lasciato il gas acceso. Invero assai poco condiscendente con le ferree leggi dell’armonia occidentale (che probabilmente percepisce come un limite alla sua immaginazione galoppante), Cavpaz è un vero eroe cavalleresco del sassofono. Se solo capisse da che parte si soffia esattamente...!
Dopo la frequentazione del Centrojazz di Torino ha studiato e studia con il grande sassofonista e clarinettista Carlo Actis Dato. Musico e attore nella fanfara comica Pappazzum (con cui ha recentemente portato sulle scene lo spettacolo comico-musicale Settanta mi dà tanto, per la regia di Eugenio Allegri) e sax contralto nella Bandakadabra, con la quale ha inciso il cd d’esordio, Sputnik (2007) e Bandakadabra Party (2011). Grande amante del disegno e dei fumetti, nonché fumettista e disegnatore.
Street-funky, rock&roll (ironicamente riveduto), echi ska; ma anche omaggi a melodie rivoluzionarie, notturni tempi ternari e, per la prima volta, un cammeo vocale. A due anni esatti dal cd d’esordio, gianni rappresenta la prosecuzione delle contaminazioni e delle avventure sonore Brassvolé in chiave “jazzcircus”. Dodici nuove tracce originali in cui confluiscono viaggi, incontri, nuove esplorazioni e contaminazioni. Da Melbourne alla Rambla, dalle solarità mediterranee alle suggestioni d’oriente: un po’ “zanni” della commedia dell’arte, un po’ indisponente fortunello, gianni corre e danza tra i generi musicali come un giocoso globe-trotter del pentagramma.
1. rocchenrol (A. Scavini) 02.45
2. april in Melbourne (A. Scavini) 03.29
3. guardieladri (J. Cetrulo) 02.23
4. due balli (A. Scavini) 02.25
5. lascia fare (A. Scavini) 02.46
6. casa al curry (A. Scavini) 03.17
7. proverbo (A. Scavini) 02.53
8. fidel (A. Scavini) 03.48
9. jonio (S. Giordano) 03.45
10. demi bubu (A. Scavini) 06.13
11. rambla (S. Giordano) 02.31
12. guarda ch’è l’una (A. Scavini) 02.45
Prodotto da Brassvolé
Registrato e mixato da Marco Ventriglia, masterizzato da Alberto Macerata alla Play di Bricherasio (To) aprile-maggio 2012
Copertina e disegni di Federico Salemi.
L’esordio discografico dei Brassvolé. Frutto del primo anno di scorribande tra festival di artisti di strada, rassegne musicali, piccoli teatrini e locali underground. Registrato “live” in studio e interamente composto da brani originali, è anche la semiseria e gioiosa nascita del “jazzcircus” come (autoproclamato) genere musicale. Immediatezza espressiva e libera immaginazione compositiva uniti a pulsazione ritmica e improvvisazione jazzistica. Moderno swing d’avanguardia e funamboliche contaminazioni di generi: dai balcani alle atmosfere latineggianti, dalle suggestioni sonore del circo a improbabili, immaginarie disco-dance.
Prodotto da Brassvolé
Registrato e mixato da Marco Ventriglia, masterizzato da Alberto Macerata alla Play di Bricherasio (To) aprile-maggio 2010
Copertina e disegni di Federico Salemi.